Alla domanda "come va Romolo?", rispondeva: "Non c'è male grazie; altri 150 anni e poi mi metterò a mezza giornata!"
Questa era la filosofia di vita di Romolo Leonardi, eclettico Amico di tutti e Uomo di grande cultura, simpatia e bontà.
Chi lo ha conosciuto, non lo avrà sicuramente dimenticato, e difficilmente dimenticherà la carica di un uomo che sta dimostrando di essere immortale.
Le presenti pagine racconteranno, a chi non ha avuto il piacere di conoscerlo, o a chi non lo ha conosciuto a fondo, le molteplici qualità di Romolo Leonardi.
A chi invece ha condiviso con Romolo piacevoli momenti della propria vita, farà sicuramente piacere rivederlo ed anche risentirlo, così come in effetti era e si deliziava a vivere. Una vita che ha dedicato al teatro, al canto e soprattutto a chi gli stava vicino.
Un uomo umile, del quale in tanti hanno detto che avrebbe dovuto meritare di più; ma l'essere ricordato per sempre non è poi così male...
Nato a Bucarest, ha vissuto le sue giovani estati nelle campagne rumene, dove apprese a vivere tra la gente semplice e generosa, imparando a divertirsi ed a divertire.
La seconda guerra interruppe la sua giovinezza e fra tanta distruzione e sofferenza sociale, fu costretto a costruirsi una nuova prospettiva di vita, così, abbandonata di forza la propria famiglia, si diresse in Italia.
Vi giungeva nel 1952, e qui si fermava a l'Aquila dove iniziò a fare teatro, ben presto in modo professionistico, con la "Brigata del Teatro", presso il Teatro Comunale "G. Verdi" ed anche a Pesaro, al Teatro "Rossini".
Entrato in Italia, gli venne subito comunicato che, in quanto nuovo cittadino italiano scappato dalla Romania, non avrebbe avuto alcun obbligo militare e che quindi sarebbe stato esonerato dal servizio militare in Italia e che tra l'altro non avrebbe pagato alcuna tassa, difatti fu reclutato dall'Esercito italiano nel 1953, come topografo e, dopo la fine degli obblighi di leva, venne richiamato per altre 2 volte; per il discorso tasse, vi lascio all'immaginazione...
A l'Aquila si avvicinò, per potersi mantenere economicamente, al settore medico/farmaceutico, strada che seguì per lunghi anni.
Nel 1955 la sua migrazione continuò sino alla Sicilia, dove si fermò nella città di Catania, attirato sia da quest'isola situata al centro del Mediterraneo e contesa nei millenni da vari popoli e culture, che da questa particolarissima città situata ai piedi dell'imponente Vulcano Etna.
Anche a Catania e Messina si dedicò al teatro e proprio in veste di militare si esibì con la "Compagnia delle FF.AA." riscuotendo grande successo, anche come scenografo.
Seguì poi la sua carriera al Teatro "YMCA" di Catania ed al "Centro Sperimentale di Prosa" sino agli anni '60.
Ma visto che in quegli anni l'arte non aiutava granché, continuò il suo destino di propagandista commerciale nel campo farmaceutico, che lo ha portato ad avere continui contatti con il prossimo e che gli ha temprato la caratteristica di sorridere sempre e parlare, parlare, convincere, vendere, eccetera, eccetera.
A Catania conobbe Dolores (Dolores Gardassanich) con la quale si unì in matrimonio nel 1958; nel 1961 nacque la figlia Susanna e nel 1966 il figlio Giancarlo.
Negli anni '80 la sua indole istrionica lo portò a dedicarsi alla televisione e presto un'emittente privata catanese gli dedicò uno spazio serale di intrattenimento e di cabaret, che riscosse nel giro di breve tempo grandissimo ed inaspettato successo. Ma l'avventura dello spettacolo pubblico si fermò qui, perché la crisi economica italiana di quel periodo colpì anche il settore televisivo.
Appena possibile, nei momenti liberi, nei fine settimana e nei periodi di feste e vacanze, Romolo approfittava per organizzare riunioni con i numerosissimi amici, nelle quali si cucinava, si cantava ed ognuno dava sfogo alle proprie capacità d'intrattenimento; nascevano quindi "feste colossali" indimenticabili, con spettacoli incredibili ed esilaranti.
Le barzellette di Romolo sono rimaste famose, soprattutto per la ricercatezza nell'esposizione e per l'eccezionale capacità di interessare l'ascoltatore e farlo ridere, spesso con effetti collaterali per le vesciche.
Tra una storiella e l'altra, Romolo improvvisava, con la sua splendida voce tenorile, romanze liriche e non solo, spesso con travestimenti accurati per entrare ancor più verosimilmente nei personaggi.
Ovviamente non mancava di mangiare e bere: ottimi piatti soprattutto di ricette balcaniche, preparate da Romolo e Dolores; vino rosso a fiumi; come digestivo un goccetto di Vodka, rigorosamente liscia.