Biografia
Alfio Cottone vive e lavora ad Adrano (Catania).
Si è formato all'Istituto Statale d'Arte prima e sucessivamente all'Accademia di Belle Artei di Catania nella Sezione Scultura; ha avuto come maestri Dino Caruso, Eugenio Russo e Frazzetto.
Dal 1975 ha insegnato a Catania al Liceo Artistico e poi all'Istituto Statale d'Arte, qui come titolare di cattedra di Discipline Plastiche e Progettazione nella sezione di Scultura.
Oggi lavora assiduamente nel suo studio di Adrano e la sua collezione di "sculture" ha raggiunto importantissimi livelli professionali, attenzionati dalla critica artistica.
Di lui sono apprezzati tra l'altro anche numerosi "disegni", spesso progetti grafici delle sue idee per le opere tridimensionali in gran parte realizzate.
Molte sue opere sono collocate presso privati e collezioni pubbliche.
... La sua capacità di sintesi gli permette di assimilare i sensi plastici (del futurismo e del cubismo) realizzando così la fusione dell'idea di movimento e dei "piani multipli" entrambi punti centrali delle due importanti estetiche del novecento. Da un più ampio panorama di ricerche estetiche l'artista - passato attraverso varie esperienze per dominare la materia senza distruggerne il carattere e trovarne il giusto equilibrio tra essa e lo spirito - giunge ad una essenzialità tendenzialmente astratta rielaborando schemi derivati dall'arte antica figurativa dal gusto arcaico e classico, fino ad una personale e rigorosa poetica che per questa mostra esemplifica efficacemente.
Giovanni Torre
Alfio Cottone racchiude in sé le due anime della post-modernità: quella "analitica" e quella "sintetizzante". Molte sue opere scultoree, infatti, siano esse a soggetto sacro e siano a soggetto profano, portano contemporaneamente i tratti di un realismo naturalistico e quelli di una necessità di sintetizzare. Lo si vede da alcuni volti, resi con il tentativo di ritrarre o di darci i segni riconoscibili di una persona realmente esistita, mentre le figure sono quasi sempre trattate in maniera sintetica, senza cioè la necessità di scendere nei dettagli. Due forze contrapposte nelle sue opere che si equilibrano attraendosi vicendevolmente. La calma statica della mano che indugia nei particolari quando si tratta di fare volti o parti caratterizzanti i soggetto. Un movimento che poi segue anche lo spettatore. Mentre, invece, la voluttà quando si tratta di passare a voler esprimere solo emozioni e allora ad Alfio Cottone basta tracciare alcuni segni che simboleggiano quella sensazione.
Antonio Magrì (Storico e critico d'arte, giornalista - Taormina settembre 2007)
Scultore della Poesia Onirica